La nostra Sede
Teatro Vascello
Via Giacinto Carini, 78
00152 Roma
NOTIZIE SU “ IL VASCELLO” SUL GIANICOLO A ROMA
Il Teatro Il Vascello nasce nel 1989 dalla ristrutturazione del Cinema Vascello, costruito nel 1946. La nuova sala è concepita dall'arch. Costantino Dardi e da Giancarlo Nanni. E’ una struttura polivalente che permette il più ampio uso di soluzioni sceniche, teatro a "pianta centrale", "circolare", "a più piani", "all'italiana", con una gradinata per il pubblico di 400 posti, una parte della quale può essere retraibile eliminando 150 posti e ampliando lo spazio-palcoscenico di altri 6 metri di profondità. La sala regia corre al di sopra della gradinata e consente il passaggio sopraelevato sino alla zona retropalco alla quale si congiunge con due scale laterali. I camerini sono posti lungo la scena, lateralmente.
La nuova sistemazione dell’ingresso, l'atrio e il foyer sono stati realizzati nel 1995 dagli architetti M.A. Di Martino e B. Agostinelli.
Il nome di Vascello proviene dallo pseudonimo dato ad una preesistente villa voluta da Monsignor Elpidio Benedetti, amico intimo del cardinale Giulio Mazzarino (il casinò è stato decorato con uno stemma del re Luigi XIV di Francia), opera di Plautilla Bricci (1616-1690). Questa è uno dei primi esempi di donne architetto; suo padre Giovanni era un musicista e un pittore e suo fratello Basilio è stato un pittore e un architetto e queste circostanze hanno permesso a Plautilla di ricevere ciò che in quel momento era considerata una formazione straordinaria. Poche sono le opere pervenute di questa artista romana, Plautilla Bricci (1616-notizie 1690) membro dell'Accademia di San Luca. Ricordiamo il progetto della bellissima villa Benedetti, detta il Vascello, fuori porta San Pancrazio, distrutta nel 1849, visibile in alcune incisioni, tra cui quella di G. Vasi, e il progetto della Cappella di San Luigi nella chiesa di San Luigi dei Francesi, entrambe a Roma. Quest'ultima stupisce per la novità della concezione architettonica, la teatralità dell'insieme, qualificato da audaci giochi luministici. non convenzionale per una donna.
La Villa a causa della sua forma complessiva è diventato nota come Villa del Vascello, piuttosto che Villa Benedetti o Villa Giraud (altri successivi proprietari): la somiglianza con una nave aveva un significato simbolico, perché la nave rappresenta la Chiesa.
Gian Lorenzo Bernini consigliò l'uso di rocce finte come elemento architettonico.
Ecco alcuni testi che ne parlano.
Da una guida di Roma, antecedente al 1849:
“Usciti appena la porta, presentasi il casino della villa già Giraud: è di bizzarra architettura; è un vascello. Architetti Basilio e Plautilla Bricci. Il commise l’ab. Egidio Benedetti (1660), e il Cortona nella volta della galleria dipinse l’Aurora (..) “cardinale fecela costruire Clemente XII (1730 – 1740); nell’ameno e delizioso casino vi sono pitture del Passeri.
Nella villa stessa v’è uno degli ingressi al cemeterio di San Calepodio, diconsi le catacombe di San Pancrazio (..)”
(Descrizione di ROMA e suoi contorni con nuovo metodo breve e facile per vedere la Città in otto giorni, adorna di incisioni dei primi bulini, di ERASMO PISTOLESI. Roma, 1841?, ristampa 1852)
Della villa Corsini era .. assai singolare il portico, edificato sopra quattro grand’archi a guisa d’un Giano quadrifronte (..) Da un androne collocato al centro di ognuna delle facciate si entrava nel salone centrale al pianterreno: da questo fatto prese probabilmente il nome “dei Quattro Venti”
(Isa Belli Bersali: Ville di Roma – Lazio I, Milano 1970)
Nella struttura architettonica del casino può quindi leggersi il nome del luogo (Giano, Gianicolo), mentre il nome Quattro Venti rimanda alla struttura stessa, pensata per godere al meglio l’aria fresca della villa.
Il giardino di Villa Corsini si estendeva al di là del casino, e confinava con il giardino del convento di San Pancrazio e con la Villa Pamphilj ( > Il territorio e i campi di battaglia > mappe).
Nel 1856 la villa Corsini fu acquistata dal principe Filippo Andrea V Doria Pamphilj, che la incorporò nella Villa Doria Pamphilj, sistemandovi l’ingresso principale alla villa, tuttora esistente.
L’attuale Villa del Vascello è sede del Grande Oriente di Italia. La villa, alla sommità del Gianicolo, fu teatro insieme al Casino dei Quattro Venti e Porta S. Pancrazio, nel giugno 1849 dell’epica difesa di Roma assediata dalle truppe francesi del generale Oudinot.
Le posizioni sul Gianicolo erano divise fra i francesi, che si fortificavano alla Doria-Pamphili e alla Corsini e i Romani, attestati al Vascello. I difensori avevano perso almeno 700 uomini (un'enormità per l'epoca), 500 per Garibaldi e 200 per Manara; molto maggiore era il numero dei feriti. Oudinot perse fra 250 e 400 soldati, e una quindicina di ufficiali.
Ecco all’epoca cosa era rimasta del cosiddetto Casino dei Quattro Venti.
Ecco però la cronistoria di quel tragico avvenimento.
Il 15 maggio del 1849, la storia della Repubblica Romana sembrava essere giunta a una svolta. Era stata raggiunta quella che sembrava una vittoria della diplomazia di Mazzini: una tregua d’armi con i Francesi di 20 giorni, pattuita con il plenipotenziario Lesseps, cui seguì un trattato secondo il quale l’armata francese doveva essere considerata dai romani "un’armata amica che viene a concorrere alla difesa del loro territorio".
Il re francese Luigi Napoleone, però, la pensava diversamente. Il 29 maggio inviò due dispacci, uno al gen. Oudinot per ordinargli di procedere all’assalto di Roma e l’altro a Lesseps, intimandogli di tornare in Francia. Oudinot, secondo una sorta di codice cavalleresco dell’epoca, annunciò che avrebbe ripreso i combattimenti lunedì 4 giugno. Il generale, però, non fu di parola. Con un’azione che venne considerata un vero e proprio tradimento, nella notte tra il 2 e il 3 giugno due colonne francesi sorpresero i difensori nel sonno e si impadronirono delle ville Pamphili, Corsini e Valentini, tutte posizioni strategiche d grande importanza. Garibaldi, ancora sofferente per la caduta di Velletri, accorse sul Gianicolo la mattina del 3, arrivandovi alle 5 e mezzo. Con lui erano la legione italiana e i bersaglieri lombardi, che per tutta la giornata tentarono di recuperare le posizioni perdute, nonostante la loro incredibile inferiorità numerica. Particolarmente cruenti furono gli assalti a villa Corsini, conosciuta anche come il casino dei Quattro Venti, riconquistata e persa più volte. Durante un attacco dei lancieri morirono il generale Masina, vari soldati, il porta bandiera Pier Antonio Zamboni, il tenente aiutante Pietro Scalcerle e numerosi ufficiali del Galletti. Poco dopo fu la volta dei legionari guidati da Nino Bixio, che fu gravemente ferito. In uno degli assalti riportò ferite mortali Francesco Daverio, capo dello stato maggiore della legione. Tra le 8 e le 9 del mattino intervennero i bersaglieri lombardi di Luciano Manara, subendo enormi perdite. Quel giorno Goffredo Mameli riportò la ferita al ginocchio che lo avrebbe fatto morire di cancrena. All’epopea di villa Corsini Cesare Pascarella ha dedicato alcuni dei più bei versi della sua "Storia nostra": "Se seppe che er nemico era padrone / Già der casino de le Quattro Venti. / Pe’ riportaje via la posizione / Se cominciorno li combattimenti. / E dar primo momento che sorgeva / La luce, che s’uscì for da le Porte, / Fino all’ultimo che ce se vedeva, / Se fece tutto!...Ma non ce fu verso / De spuntalla! Fu preso pe’ tre vorte / De fila e pe’ tre vorte fu riperso. / Eppure, come daveno er segnale / (Mentre da le finestre e le ferrate / Veniva giù l’inferno!), dar viale / se rimontava su le scalinate; / S’entava ner portone, pe’ le scale, / Pe’ le camere, fra le baricate / De sedie e tavolini, pe’ le sale, / A mozzichi, a spintoni, a sciabolate, / Co’ qualunqu’arma, come se poteva, / Fra fiamme, foco, strilli, sangue, morte, / Se cacciaveno via; se rivinceva; / Se rivinceva; ma nun ce fu Fu preso per tre vorte / De fila e pe’ tre vorte fu riperso".
Il casino dei Quattro Venti, con la sua caratteristica pianta quadrata con quattro ingressi al centro di ogni lato e salone centrale, era rimasto irrimediabilmente compromesso. Poco restava dei frontoni guarniti di ghirlande e dei vasi di fiori che il pittore olandese Jan Philip Koelman aveva visto splendere al mattino sotto i raggi del sole nascente. I suoi resti furono inglobati nell’Arco quadrifronte dei Quattro Venti, costruito tra il 1856 e il 1859 dall’architetto Andrea Busiri Vici, che oggi si innalza presso l’ingresso di villa Pamphili. L’arco riutilizza anche le strutture murarie del piano d’imposta e parte del mattonato. E’ decorato con statue dei venti e con lo stemma di verso / De spuntalla. Fu preso pe’ tre vorte / de fila e pe’ tre vorte fu riperso. / L’urtima, er tetto in cima già fumava; / Travi, soffitti, mura s’abbruciaveno, / Pe’ le camere ormai se camminava / Su li morti che se carbonizzaveno; / E a ‘gni razzo, a ‘gni bomba che schioppava / Ne le camere che se sfracellaveno, / Mentre che se feriva e s’ammazzava, / Travi, soffitti...giù!, se sprofonnaveno. / E pure, sai? Finché nun fu distrutto, / Finché ce furno muri, scale, porte / Pe’ ripotecce entrà, se provò tutto; / Se provò tutto; ma nun ce fu verso / De spuntalla. papa Innocenzo X.
I resti della Villa “ Il Vascello” oggi.
LA MEMORIA LEGATA A QUESTO LUOGO
IN QUESTO LUOGO FU' COMBATTUTA LA PIU' CRUENTA BATTAGLIA PER LA DIFESA DI ROMA, IL 3 GIUGNO 1849. NELLA NOTTE PRECEDENTE I FRANCESI CON UN ATTACCO DI SORPRESA AVEVANO OCCUPATO VILLA CORSINI, CAPOSALDO DELLA DIFESA ROMANA. PER TUTTA LA GIORNATA LE TRUPPE DI GARIBALDI TENTARONO DISPERATAMENTE DI RICONQUISTARE LA POSIZIONE CON UNA SERIE DI ASSALTI ALLA BAIONETTA, SOTTO IL GRANDINARE DELLE PALLOTTOLE. LA VILLA FU RIPRESA, POI PERSA, ANCORA RIPRESA E INFINE PERSA DEFINITIVAMENTE. ALLA FINE DELLA GIORNATA LE TRUPPE DI GARIBALDI AVEVANO SUBITO GRAVISSIME PERDITE, E VILLA CORSINI ERA RIMASTA AI FRANCESI.
LA FIGURA, TRATTA DA UNA STAMPA DELL'OTTOCENTO, MOSTRA LA SCENA DELLA BATTAGLIA QUALE POTEVA VEDERSI DA PORTA SAN PANCRAZIO LA MATTINA DEL 3 GIUGNO. SULLA SINISTRA, IN POSIZIONE DOMINANTE, E' LA VILLA CORSINI, DETTA IL CASINO DEI QUATTRO VENTI. SULLA DESTRA E' IL VASCELLO, SPLENDIDA VILLA A FORMA DI NAVE SU UNO SCOGLIO, PRESIDIATA DALLA LEGIONE DI GIACOMO MEDICI. PER TRE SETTIMANE IL VASCELLO RESISTETTE CAPARBIAMENTE A BOMBARDAMENTI E ASSALTI, ANCHE QUANDO FU RIDOTTO A UN CUMULO DI MACERIE. VENNE ABBANDONATO PER ORDINE DI GARIBALDI QUANDO SI DOVETTE ARRETRARE TUTTA LA LINEA DEL FRONTE.
VASCELLO RESTA SOLTANTO IL PIANO TERRENO COL FINTO SCOGLIO, VISIBILE DALLA STRADA. IL VIALE DOVE ORA VI TROVATE E' LO STESSO VIALE SUL QUALE I SOLDATI DI GARIBALDI CADDERO A CENTINAIA, ANDANDO ALL'ASSALTO DI VILLA CORSINI.
NEL CORSO DEI COMBATTIMENTI LE DUE VILLE ANDARONO IRRIMEDIABILMENTE DISTRUTTE. SUI RUDERI DI VILLA CORSINI E' STATO EDIFICATO L'ARCO DEI QUATTRO VENTI (ARCH. ANDREA BUSIRI VICI, 1859).